Buffetto
Bambini, questa non è
una vera fiaba ma è come se lo fosse perchè parla di un gattino piccolo
piccolo di nome Buffetto. Ascoltate.
Buffetto, è il piccolo
della famiglia Micini. E' un gattino molto buffo perchè il suo codino è
arricciato e i suoi baffetti sono ondulati, al contrario degli altri
gattini che hanno una coda dritta dritta e i baffetti ben allineati. E'
per questo motivo che mamma e papà hanno deciso di dargli quel nome.
La sua mamma, appena
nato, gli aveva preparato una soffice culla e ogni tre ore lo allattava
dal suo seno per farlo riaddormentare.
Buffetto era felice ma
durò molto poco. Dormire e mangiare, si sa, fa crescere i piccoli, ed
anche Buffetto era diventato un bel gattino grassottello e grande
abbastanza per camminare da solo, così la mamma decise che era ora di
farlo scendere dalla culla.
Buffetto non era tanto
contento della nuova situazione, voleva ancora sonnecchiare, ma la sua
mamma, amorevolmente severa, lo prendeva e lo posava a terra. Lui
piagnucolava un po' ma poi, piano piano, capì che poteva andare dove
voleva e così, ogni mattina, non vedeva l'ora di scendere dalla culla
per scorrazzare qua e là.
Per le sue pulizie
personali, era la mamma che lo lavava, ma un giorno, quando ormai il
gattino era abbastanza forte da reggersi da solo sulle zampine, lo
accompagnò in bagno e con amorevole severità, gli insegnò a lavarsi da
solo le manine, il viso e le orecchie usando il sapone.
Buffetto fece un po' di
resistenza ma poi obbedì, anzi, si divertì così tanto a sciacquettare
nell'acqua, che spesso si sporcava apposta le manine per correre in
bagno.
In seguito, quando
ormai era diventato abbastanza bravo ad adoperare il lavandino del
bagno, la mamma gli insegnò ad adoperare anche il water. Gli spiegò come
abbassarsi prima i pantaloncini del pigiamino e dopo le mutandine e poi
a sedersi sul water per fare la pipì. Buffetto era un po' spaventato,
non voleva fare assolutamente la pipì là dentro, erano così comodi i
pannolotti! La mamma, con amorevole severità, lo rassicurò tenendolo per
mano. Il gattino riuscì a stare seduto da solo e così, per tutto il
giorno, i suoi bisogni corse a farli in bagno.
Ma sapeva vestirsi
Buffetto? No, non sapeva farlo e chi glielo insegnò? Sempre la mamma,
con amorevole severità.
Il gattino soffriva il
freddo e quando la mamma gli toglieva il pigiamino, il suo codino, che
era già arricciato, diventava dritto come un fuso e i suoi baffetti
ondulati, diventavano allineati come per incanto. La mamma aveva notato
tutto questo e si divertiva benevolmente anche un po' ma quella mattina,
usò una simpatica strategia.
Mentre il piccolo
dormiva, gli preparò accanto al lettino, i vestitini per cambiarsi. Poi
dalla cucina lo chiamò:
- Buffetto, dai scendi
dal letto e vestiti, c'è pronta una bella tazza di latte per te. Fai
presto che dobbiamo uscire!
Buffetto, in tutta
fretta, si infilò pantaloni e maglietta sul pigiamino. Quando entrò in
cucina, la mamma e il papà cominciarono a ridere perchè il loro gattino
somigliava, così vestito, ad un pagliaccetto volante. Buffetto diventò
rosso per la vergogna ma la mamma, sempre amorevolmente, lo prese in
braccio e lo condusse nella sua cameretta. Là gli insegnò a vestirsi. Lo
aiutò a togliersi il pigiamino e ad indossare i pantaloncini, la
maglietta, i calzini e le scarpette. Ora Buffetto era proprio un gattino
perfetto. Chiese alla mamma di poterlo fare sempre da solo perchè ormai
era diventato grande. La mamma lo baciò sulla guancina e lui, tutto
contento aspettò che il papà lo prendesse per sederlo sul seggiolone. Ma
non fu così. Il seggiolone era sparito, al suo posto la mamma aveva
messo una sedia. Ma cosa stava succedendo, mamma e papà non lo volevano
più a tavola? Ma certo, solo che quel giorno la mamma aveva deciso di
farlo sedere a tavola come un gattino grande. Gli spiegò come fare per
sedersi sulla sedia e poi a stare composto a tavola, ad adoperare le
posate, il bicchiere e come si porta il cibo alla bocca. Ma proprio in
quel momento, quando tutto sembrava perfetto, successe un grosso guaio.
Buffetto cadde dalla sedia, l'acqua si rovesciò sul tavolo e la
forchetta che aveva stretta in mano, gli bucò un orecchio. Il gattino
cominciò a piangere a singhiozzo ma la mamma, con amorevole severità, lo
fece salire di nuovo sulla sedia, gli riempì di nuovo il bicchiere con
l'acqua e gli diede anche un'altra forchetta:
- Imparerai presto, non
preoccuparti, dimentica questo piccolo incidente -
e gli accarezzò
l'orecchio ferito.
Quella mattina, per
consolarlo, la mamma lo portò fuori e gli comprò una scatola di
costruzioni tutte colorate, dei colori e fogli da disegno. A casa il
piccolo giocò con quei giocattoli fino a quando, stanco, non pensò di
salire con le zampine sul castello che aveva appena costruito. Le
costruzioni schizzarono qua e là e lui andò via senza raccoglierle e
rimetterle a posto. Prese poi i fogli e le matite colorate per
fare un disegnino per la mamma ma si stancò presto. I colori rotolarono
sul pavimento e i fogli furono fatti in mille pezzi. La mamma pensò che
era giunto il momento di insegnargli ad usare i giocattoli e a
rimetterli a posto subito dopo averci giocato come pure i colori e i
fogli.
La mamma, con pazienza,
ha insegnato a Buffetto tante cose. E' autonomo ora, sa lavarsi,
vestirsi, sa mangiare a tavola da solo, sa usare bene le posate,
riordina i giocattoli e soprattutto ha imparato ad adoperare i servizi
igienici.
- Ora Buffetto può
andare a scuola - disse al papà - là imparerà tante cose belle e sempre
nuove, incontrerà tanti amichetti con i quali giocare e conoscerà le
maestre che, con amorevole severità, gli insegneranno il cammino per
crescere intelligente e capace, proprio come abbiamo fatto noi -
E fu così che, una
mattina, lo accompagnarono allla Scuola dell'Infanzia "L.Piccaro" del 5°
Circolo Didattico di Latina ed ora è felice qui tra noi e si diverte a
nascondersi per saltare fuori ogni volta che lo chiamereno.
Questo è successo anche
a voi, non è vero? Ognuno di voi potrebbe essere Buffetto. Certo, lui
era un gattino e voi siete dei bambini, ma anche la vostra mamma vi ha
insegnato a fare tante cose prima di venire a scuola. Ora siete tutti
bravi e pronti per imparare a disegnare, colorare, conoscere i numeri e
le letterine, per crescere sempre di più e diventare ogni giorno sempre
più capaci.
Giovanna Corsi
la parola ai bimbi
(questa storia si
potrebbe dividere in sequenze per poter verificare, di volta in volta,
le abilità acquisite dai bambini)
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