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Filastrocche

 

  Filastrocche di Giovanna Corsi

 

 
 
Dedicata al mio nipotino

Nella mia scuola, un bel mattino,
arriva una mamma con il suo bambino.
Sulle spalle lo zaino, in mano un giochino
e con indosso un bel grembiulino,
Sorrido felice, ma è il mio nipotino!
Luca si chiama, il mio dolce bambino.

(Giovanna Corsi)

 

Sono grande!

Sono arrivato al traguardo,

alla Scuola dell'Infanzia dò ancora uno sguardo.

Rivedo il banchetto di un verde pisello

con sopra attaccato il contrassegno più bello,

il contrassegno fatto da me,

che mi ha accompagnato per ben anni tre.

La sedia con dietro scritto il mio nome,

ora rimane nella mia sezione.

Tra giochi, poesie, canti e stornelli,

qui ho trascorso i miei giorni più belli.

Salti, capriole, visi ridenti

e molto spesso urla stridenti.

Ma ora non c'è proprio niente da fare,

devo andare alla Scuola "Elementare"

ma ho chiuso nel cuore un ricordo assai bello

di un bimbo felice e spesso monello.

(Giovanna Corsi)

 

Primo giorno di scuola


Questa mattina sono contento,
il babbo mi parla ma non lo sento,
la mamma mi dice che resterà sola,
non posso farci niente,
devo andare a scuola.

Non vedo l'ora di arrivare,
sono già grande, devo imparare,
con il grembiule e lo zainetto
cammino alla mamma stretto stretto.

Ho tante cose da raccontare,
qualcuno mi starà ad ascoltare?
Quanti bambini, non sono da solo,
ma ad un tratto spiccherei un volo.

Che mi succede? Sogno o son desto?
portami a casa mamma, fai presto!
Ma poi qualcuno mi fa una carezza,
mi chiede il nome, ma con tenerezza,

tutti i bambini le stanno intorno
e insieme facciamo un girotondo.
Poi la sera nel mio lettino
penso al compagno che mi è stato vicino,

alla maestra, alle sue mani......
....non vedo l'ora che venga domani!!

(Giovanna Corsi)

 

Ultimo giorno di scuola

Oggi per me è il giorno più bello,
non sono più un bambino monello
e sono grato alla mia maestra,
per aver preparato questa bella festa.

Sono felice perché nel suo sguardo,
leggo la gioia di chi arriva al traguardo.
E’ molto fiera di me, io lo sento,
ed è per questo che sono contento.

Penso al mio primo giorno di scuola,
quando arrivai lei era sola;
subito venne verso di me,
mi chiese il nome ma….ahimè!

Scoppiai in un pianto disperato,
dov’ero stato portato?
Lei mi sorrise, mi accarezzò la mano
Ed io mi calmai piano piano.

Oggi, maestra, s’invertono i ruoli,
sei tu che hai bisogno che ti consoli,
vorresti tenermi sempre con te
ma non temere, ho un tesoro con me

lo porterò per sempre nel cuore…
….è quel sorriso pieno d’amore,
è quella carezza che tu mi hai donato
in quel mattino ormai lontano
quando hai iniziato a tenermi per mano.

(Giovanna Corsi)